Caro Farmacista,
tra gli utili di fine anno e il saldo bancario non c’è molta affinità. Questo perché una cosa è l’equilibrio economico (ricavi > costi) ed un’altra è l’equilibrio finanziario (entrate > uscite). Vanno monitorati entrambi, perché al registrarsi degli utili di fine anno possono risultare variazioni addirittura negative delle disponibilità liquide (e viceversa). Una vendita importante a fine anno a cui non corrisponde un incasso immediato migliorerà, ad esempio, il risultato economico ma non inciderà sulla liquidità finanziaria. Al contrario, a parità di risultato economico posso aver smobilizzato dei crediti o ceduto dei beni strumentali che rafforzano l’equilibrio finanziario.

Per l’aspetto economico la contabilità ci fornisce una prima risposta in modo diretto, attraverso la differenza tra ricavi e costi. Per l’equilibrio finanziario, invece, si può riconciliare tale valore prodotto con le variazioni di liquidità generatesi nel medesimo arco temporale partendo dal risultato d’esercizio ma tenendo conto dei costi non monetari (accantonamenti e ammortamenti) innanzitutto, poi delle scelte che comportano variazioni dei saldi commerciali (clienti, fornitori, scorte di magazzino) e, infine, dei movimenti finanziari puri, cioè delle variazioni degli scoperti di conto corrente, dei finanziamenti ricevuti e/o rimborsati, delle spese per investimenti, dei prelievi del titolare.
Per tale motivo c’è una domanda che sovrasta tutte le altre la cui risposta, da sola, merita lo sviluppo di un sistema di controllo di gestione in farmacia: “Hai controllo sui tuoi flussi di cassa per i prossimi sei mesi?”.