Ci sono due notizie, la buona è che molti farmacisti stanno prendendo coraggio e iniziando a comunicare online e quindi anche sui social più utilizzati. La cattiva è che ancora in pochi riescono ad utilizzare questi strumenti per far crescere la loro autorevolezza professionale e quella della loro farmacia.
Pensare che ce ne sono di bravissimi, che sembrano tagliati per un certo tipo di comunicazione, hanno un gran seguito, tanto da poter essere definiti “farma-influencer” ma riescono a restare fuori da alcune logiche proprie dell’influencer “classico”?
Perché un conto è essere punti di riferimento in cui trovare sempre consigli affidabili e un conto è sfruttare la propria community per trasformarsi in autentici testimonial di un’azienda o di un’altra.
Capisco che non è facile restare indifferenti a chi ci invia novità da provare e recensire o semplicemente ci paga per dei post che parlano di determinati prodotti ma fino a che punto si può arrivare?
La professionalità e la buona condotta deontologica di ognuno la diamo per scontata. Partendo da questa condizione, è giusto ricordare per chi si lavora. Capisco che un’entrata extra possa far piacere al collaboratore che si sente poco soddisfatto sia dal punto economico che professionale. Nei follower potrebbe trovare gli apprezzamenti che non riceve dal suo titolare ma bisogna fare attenzione. Pubblicizzare prodotti diversi da quelli consigliati nella farmacia in cui si lavora oltre a creare un danno diretto per la farmacia, crea una situazione di incertezza per quel cliente della farmacia che è anche follower del farma-influencer.
Questo aspetto non va sottovalutato quando si cede alle lusinghe di aziende del settore.
Se proprio volete sfruttare il vostro appeal online, vi consiglio di parlarne con il vostro titolare, proponetevi come influencer mettendo al centro la farmacia in cui lavorate e non l’azienda di turno. Un titolare “sveglio” che comprende l’importanza della comunicazione online, di sicuro ascolterà cosa avete da proporre.