Caro Farmacista,
capitalizzare la farmacia significa, in buona sostanza, destinare risorse finanziarie all’attività che in tal modo si autofinanzia, riducendo la necessità di indebitamento. Infatti, non sempre le banche sono disposte ad erogare nei tempi e nell’ammontare le somme di denaro che si ritengono utili alla gestione e a volte è davvero necessario, se non urgente, provvedervi sia per assicurare il regolare svolgimento dell’attività, sia per affrontare investimenti considerati importanti.
Ma dobbiamo anche comprendere che esistono due forme di autofinanziamento:
· Autofinanziamento proprio, ottenuto dal mancato prelievo di parte degli utili annuali;
· Autofinanziamento improprio, costituito da versamenti da parte del titolare o dei soci nel conto bancario della farmacia.

Qualunque sia la modalità, l’ammontare dei capitali conferiti e degli utili non prelevati negli anni dal titolare vanno a finanziare gli investimenti e il magazzino della farmacia, ovvero a ridurre l’esposizione debitoria con banche e fornitori. Siccome ad una condizione di squilibrio finanziario si arriva nel tempo, è sempre opportuno essere attenti e previdenti: la farmacia è una mucca da alimentare e non da sfruttare, se vogliamo che produca tanto buon latte per molto tempo!
Se osserviamo il bilancio di tantissime farmacie il patrimonio netto, voce del bilancio dove si individua il livello di capitalizzazione raggiunto sino ad un dato momento, è veramente striminzito rispetto al livello dei debiti. Cattive abitudini? Eccesso di sicurezza sui risultati economici a venire? Probabilmente sì; ma rammenta, se all’equilibrio finanziario non ci pensa una buona capitalizzazione, vi provvederanno matematicamente i capitali di terzi, cioè un livello di debiti crescenti.