Ieri, e non per la prima volta, mi sono trovata veramente in difficoltà nel dare dei consigli ad alcuni colleghi che mi avevano contattato per far decollare un nuovo settore commerciale e lavorativo.
Adesso voglio elencare quelli che, secondo me, sono gli errori più comuni:
1) manca una visione d’insieme di TUTTO il lavoro in farmacia.
Tendiamo a ragionare per compartimenti stagni, come se per ogni nuova iniziativa dovessimo allestire solo un nuovo scaffale o aggiungere un nuovo espositore e non ci poniamo la domanda se c’è coerenza fra progetti e qual è il fil rouge che deve unire e armonizzare l’intero mondo della singola farmacia;
2) non viene fatto un business plan rigoroso comprensivo di TUTTE le spese (compreso il costo dei consulenti, del tempo necessario per allestire e organizzare l’insieme delle attività necessarie, la formazione dei collaboratori, pubblicità e comunicazione…).
È fondamentale sapere quando si andrà a pareggio e si comincerà davvero a guadagnare perché fino al punto di break even paghiamo solo i debiti senza intascare niente.
I conti vanno fatti rigorosamente in valori assoluti e MAI in percentuale: io posso anche aumentare del 50% la vendita di determinati prodotti, ma se con la cifra che incasso non ci pago le spese che ho dovuto sostenere per ottenere tale incremento, di fatto ci sto rimettendo.
Voglio ricordare che nel computo vanno considerate anche le tasse, non solo l’IVA, in quanto il guadagno finale, quello che mi rimane davvero in tasca, si calcola a bocce ferme e tutti gli oneri fiscali evasi;
3) si tende a decidere più con la pancia che con la testa (mi piace, mi entusiasma, lo fanno tutti, mi fa stare bene, sono i clienti che me lo chiedono, me lo hanno consigliato, mi hanno detto che rende…): ciò che funziona con altri può non andare bene per noi; ciò che funziona altrove, non è detto abbia lo stesso successo da noi.
Valutate sempre e solo quello che REALMENTE utilizzate e vi porta un risultato in denaro, non quello che “vi fa star bene”, le “belle esperienze”, “i bei momenti”: per questi ultimi ci sono le vacanze, gli amici, la vita privata, non gli affari e i vostri utili aziendali;
4) infine, ma non certo da ultimo per importanza, non ci si chiede mai qual è il nostro vero interesse e quale sviluppo ci aspettiamo nel medio e lungo termine (a sei mesi, un anno, tre anni, cinque anni): preferiamo ragionare solo qui e ora, ”intanto intaschiamo adesso che poi si vedrà”, “ogni lasciata è persa”, “facciamo una cosa, l’altra e un’altra ancora che qualcosa funzionerà”.
Questo è forse l’aspetto peggiore perché ci fa perdere in focalizzazione, ci fa disperdere le energie e le risorse, confonde il cliente e ci toglie unicità: nel disperato tentativo di rincorrere modelli che non ci appartengono, non ci rendiamo conto di che cosa ci caratterizza realmente e quali aspetti dobbiamo coltivare e sviluppare per crescere davvero.
P.s. per RI-FARMA 2023 sto pensando a offrire degli spunti su come sviluppare in modo unico e personale alcuni comparti della farmacia.
Per il momento ho valutato la dermocosmesi e la galenica; se avete richieste o suggerimenti, postateli nei commenti così ci posso lavorare con calma