Caro Farmacista,
EBITDA è l’acronimo inglese di “Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization”, che in italiano si traduce in margine operativo lordo. La sua importanza è legata al fatto che esso è un valido indicatore della capacità dell’impresa di essere redditizia attraverso la sua gestione operativa caratteristica (quindi escludendo l’impatto finanziario, fiscale e il peso di svalutazioni e ammortamenti, nonché la gestione straordinaria). Per semplicità, indica quanto sai guadagnare dal tuo lavoro quotidiano al netto di ricavi non caratteristici, come è ad esempio il reddito incassato per un locale della farmacia concesso in fitto, e a prescindere dal livello dei tuoi debiti, dalle regole esterne dettate dal fisco, dalle scelte gestionali di operare con beni di tua proprietà o presi in leasing, locazione o noleggio, nonché da operazioni di carattere straordinario che producono plusvalenze o minusvalenze.

Per quanto detto sin qui, un EBITDA positivo è auspicabile, ma non è di per sé garanzia di un bilancio chiuso in utile, specie se l’indebitamento della farmacia dovesse essere particolarmente elevato, a cui si aggiunge un onere fiscale che in Italia pesa non poco. È mia opinione che questo indicatore sia più necessario calcolarlo per attività complesse e articolate, come è normale in una grande azienda, ma nel caso della farmacia perde molto del suo significato in quanto, salvo il livello di indebitamento della singola realtà e l’onere fiscale, con regole uguali per tutti, le altre voci che ne costituiscono il calcolo sono di norma davvero residuali e, cosa ancor più importante, meno “malleabili” di come viceversa avviene in realtà grandi ed eterogenee.
In una parola, la politica di bilancio di una piccola azienda ha margini di manovra davvero stretti ed è quindi preferibile approfondire l’analisi economica attraverso ben altri indicatori, i cui valori provengano più dal gestionale della farmacia che dal suo bilancio.