Caro Farmacista,
hai avuto talvolta la sensazione di praticare sconti su prodotti che vanno già benissimo, senza alcun bisogno di spinte commerciali?
I metodi prescelti per fissare i prezzi al pubblico devono essere funzionali a precise linee guida commerciali, di marketing e di controllo di gestione della farmacia. Seguimi e cercherò di darti qualche spunto che possa integrare, non sostituire, la tua conoscenza del contesto socio-economico in cui lavori:
1. per prima cosa evita accuratamente qualsiasi riferimento ai “ricarichi” (percentuali di maggiorazione calcolate sui costi d’acquisto), poiché ti fanno perdere di vista le necessità economiche generali della farmacia e non consentono valutazioni complessive quali il calcolo del punto di pareggio tra ricavi e costi;
2. ti invito, poi, a valutare l’incidenza dei costi fissi della tua farmacia (il rapporto percentuale tra spese generali e ricavi di vendita);
3. impara a districarti sui reali costi d’acquisto unitari di ciò che compri. Sconti, omaggi e premi nascondono i veri costi; se ne ravvedi il caso, rompi la testa al tuo rappresentante di fiducia che è sicuramente più informato di te;
4. a questo punto ti basta sottrarre dal prezzo al pubblico (netto iva) la percentuale di costi fissi calcolata in precedenza e il suo costo d’acquisto per sapere cosa ti resta in mano, ma non ancora in tasca. Proprio così, perché tra ciò che hai in mano e quello che ti resta in tasca ci si infila il fisco, per cui ti consiglio di dimezzare il valore ottenuto.