Passato da poco San Valentino, pensavo a quello che succede in tante coppie e provavo ad immaginare titolari e collaboratori di Farmacia proprio come marito e moglie. Un rapporto importante. Questa “coppia” trascorre insieme 8 ore al giorno, vivendo diversi momenti di stress che possono sfociare in contrasti. C’è chi è troppo autoritario, chi pretende ma non da, chi vuole mollare tutto e andare via, ecc.
Come tra coniugi, anche tra il titolare e i collaboratori, una buona terapia di coppia dovrebbe partire proprio dal “comunicare” di più e meglio.
Togliamo i cuoricini e torniamo in farmacia.
Da dove iniziamo? Di sicuro non basterà questo post ma cominciamo a trattare l’argomento “comunicazione interna” col dire che un titolare dovrebbe definire e condividere in modo chiaro la sua visione e cosa si aspetta dal suo team. I collaboratori dovrebbero dare un feedback sincero ogni volta che la visione della farmacia non corrisponde con la loro. Questo aiuterebbe a capire se invece di creare muri si possa agire per costruire un utile dialogo. Per fare questo da entrambe le parti serve un elemento fondamentale. Come abbiamo detto tante volte, quando si parla del rapporto con i clienti, comunicare non è solo “parlare” a senso unico ma è fondamentale saper ascoltare. Si, questo è l’elemento fondamentale che permette uno scambio e non una chiusura. Pensiamo ad un collaboratore che non “ascolta” quanto richiesto o proposto dal titolare o a quest’ultimo che non prende mai in considerazione le idee e i suggerimenti dei collaboratori rischiando di bruciare delle potenzialità enormi.
Non saper ascoltare equivale a non saper comunicare. Non saper comunicare è utile a creare “divorzi” che si potevano evitare.
La comunicazione interna non è l'unica causa di ambienti di lavoro tossici o dell'attuale "carenza" di farmacisti collaboratori ma è di sicuro un fattore di rielievo che continueremo ad approfondire nei prossimi post.