Caro Farmacista,
sono costi fissi della farmacia tutti quelli elencati nel conto economico preparato dal commercialista, eccetto gli acquisti di merce e le rimanenze iniziali. A titolo di esempio, le spese del personale, i costi per utenze, fitti, canoni e abbonamenti, le spese per servizi, gli ammortamenti dei beni strumentali, gli interessi e gli oneri bancari, le imposte e le tasse di vario genere.
Si definiscono così perché normalmente non risentono nel loro ammontare delle variazioni dei volumi di vendita, a differenza dei costi variabili, cioè delle spese per l’approvvigionamento del magazzino della farmacia.
Sai a quanto ammontano nell’anno?
Ebbene, ho provato a calcolarne in tante farmacie differenti per localizzazione e dimensione e sono giunto alla conclusione che una farmacia con 4-5 operatori e 1-1,5 milioni di fatturato costa in media 6-700 euro al giorno, se non di più, incidendo per il 15-20% sulle vendite complessive.
Se a questi valori aggiungi i costi per il comodato dei locali concessi ai medici (è pur sempre un mancato introito!) e il costo del lavoro del titolare, è facile arrivare al 20-25%, che rappresenta pure la soglia massima di sostenibilità.
Il motivo è nel fatto che il farmaco, che è pur sempre il settore con il maggiore volume d’affari, al netto degli sconti e delle trattenute in distinta produce poco più del 25% di margine e che, pertanto, sarà appena sufficiente ad assorbire i costi fissi attribuibili al principale reparto della farmacia.
Come dire: aspettati che gli utili provengano pressoché totalmente dal parafarmaco.