Caro Farmacista,
stimare un bene non è facile, ma stimare un’attività nel suo regolare funzionamento è addirittura difficilissimo, perché esiste una dinamicità insita nell’attività stessa e una sua costante relazione con il contesto ambientale in cui è collocata. Tutte le strade che portano alla semplicistica quotazione proporzionale al fatturato, come usualmente si quantifica il valore di cessione di una farmacia, sono costellate da insidie e da pro e contro, che è bene conoscere. Appare assurdo, pertanto, utilizzare tale indicatore sintetico senza alcun procedimento sottostante, che purtroppo sospetto avvenga nella maggior parte dei casi di compravendita.
I metodi di valutazione sono differenti ed è bene considerarne sempre più di uno per far convergere il valore verso stime realistiche. Passiamo in rassegna i principali.
1.METODO REDDITUALE: siamo di fronte a un complesso aziendale funzionante (comprensivo di avviamento) e capace di generare reddito; quindi la previsione è orientata alla valutazione degli profitti prodotti nel tempo. Le difficoltà di stima sono insite nelle anticipazioni sull’andamento del mercato, sul contesto socio-economico e geografico, sulla normativa regolatrice anche dei rapporti con il fisco. L’assioma di tale metodologia è che il valore aziendale è uguale al reddito che la farmacia è capace di produrre in futuro.
valore aziendale = somma dei redditi futuri
2. METODO PATRIMONIALE: basa il suo fondamento sul valore attuale dei singoli beni materiali e immateriali costituenti l’azienda (metodo patrimoniale semplice), compreso quelli non contabilizzati come l’avviamento (metodo patrimoniale complesso). Il metodo si pone nell’ottica di quanto occorra investire per ripristinare, con una nuova impresa, il patrimonio di quella oggetto di cessione. È una valutazione analitica (per ogni singolo bene considerato) ma non esamina il potenziale di ciascun bene inserito in un processo organizzato e funzionante.
valore aziendale = stima dei beni esistenti + avviamento
3.METODO FINANZIARIO: affronta il problema considerando l’ammontare dei soli utili distribuiti in prospettiva, aggiungendo ad essi il valore in caso di liquidazione dei singoli componenti aziendali, come se si fosse in chiusura dell’attività.
valore aziendale = somma degli utili futuri prelevati
Concludo con un’osservazione pur necessaria: due farmacie che abbiano pari volumi d’affari, insistano nel medesimo luogo, registrino stessi costi, evidenziassero stessa condizione logistica, fossero dotate di medesime attrezzature e vantassero un’identica storia, possono benissimo avere un valore di mercato differente. E sai perché? Perché sono costruite attorno a gruppi di persone diverse e il loro valore non sarà mai riportabile in nessun documento contabile!