- Ti sei mai chiesto per che cosa vuoi che sia conosciuta la tua farmacia?
- È una farmacia, per cos’altro dovrebbe essere conosciuta?
- Mi stai dicendo che la tua è una farmacia qualunque, indistinguibile da qualunque altra, senza nessuna particolarità, nessuna specializzazione, nessuna eccellenza? E allora perché una persona dovrebbe sceglierla?
Chissà perché una delle cose che un titolare non viene mai indotto a fare è ragionare sulla sua ”visione aziendale”.
Forse questo accade perché si dà per scontato che per le farmacie non esistano diverse visioni, bensì ce ne sia una sola, ossia quella di sbrigare il più velocemente possibile le incombenze relative ai farmaci, alle malattie e ai pazienti per poter investire tempo ed energie nella vendita del maggior numero di integratori e cosmetici possibili.
Non dubito minimamente che questa modello di farmacia, se ben gestito, possa dare ottimi guadagni, tuttavia sono altrettanto sicura che nel medio e lungo termine non possa essere così vantaggioso per tutti.
Inoltre, l’avere una visione generale della propria azienda permette di dar vita ad un progetto strutturato e coerente in cui molti prodotti gestiti e ogni servizio effettuato trovino una loro ragion d’essere e quindi si sostengano e si incentivino a vicenda.
Troppo complicato?
Assolutamente no, questo è semplicemente il modo di lavorare di ogni altra attività.
La farmacia non ha mai seguito questo iter solo perché paga ancora lo scotto di essere stata di fatto un monopolio e quindi di non aver mai avuto bisogno di tanti ragionamenti per andare avanti e rendere.
Continuiamo a vivere nel mito di chi eravamo e dei bei tempi andati e sembra che non ci stiamo rendendo minimamente conto che vent’anni fa c’era una situazione completamente diversa, che ci permetteva molti più errori e approssimazioni, con un rendimento generale non paragonabile a quella attuale.
Oggi la maggior parte di noi semplicemente non si può permettere di investire anche cifre modeste senza un piano di rientro ben articolato e relativamente sicuro perché scarseggiano i fondi e il personale; mi sento di dire che a questo proposito manca anche la coltura che ci porta a ragionare in termini progettuali e analitici, soprattutto a causa della mentalità che pervade la nostra categoria e che non sembra tenere per nulla in considerazione la realtà, dei suoi problemi e dei suoi limiti.